Un sacchetto di biglie: trama e recensione del film 

14.06.2024

Giorno della Memoria – Un film da vedere per non dimenticare

di Lucrezia Marini

🕓 7m 35s


Il film "Un sacchetto di biglie" è tratto dall'omonimo romanzo autobiografico di Joseph Joffo pubblicato nel 1973

Titolo originale: Un sac de billesRegia di Christian Duguay - Francia, 2017, Genere Drammatico, durata 110 minuti, età consigliata: +13. Uscita cinema in Italia: 18 gennaio 2018, Attori principali: Dorian Le Clech, Batyste Fleurial, Patrick Bruel, Elsa Zylberstein, Bernard Campan.

Gli avvenimenti della storia spesso si ripropongono ed è importante ricordare e celebrare la Giornata della Memoria per non commettere più gli errori e gli orrori del passato. 

Il film Un sacchetto di biglie ci parla di un ragazzino che è lo scrittore e protagonista del libro omonimo, ultimo di quattro fratelli, che durante la Seconda Guerra Mondiale si trova costretto a fuggire con il fratello Maurice, di 2 anni più grande di lui, poiché i nazisti hanno invaso la loro città: Parigi.

Gli ebrei residenti nelle città occupate dalla Germania, devono portare sul petto la stella di Davide che li identifica. Un giorno un amico di Joseph si avvicina a lui e gli chiede di scambiare la sua stella con un sacchetto pieno di biglie, Joseph, stupefatto, accetta lo scambio e torna a casa, non sapendo che quel giorno stesso si dovrà mettere in viaggio.

Gli ebrei vengono sempre più perseguitati e discriminati, allora i suoi genitori decidono di preparare un piano di fuga che non desti sospetto ai nazisti. Tornati a casa, dopo una giornata di scuola, Maurice e Joseph scoprono a malincuore che loro due si devono mettere subito in viaggio verso Nizza, punto d'incontro ove la famiglia si ritroverà unita.

Inizia il loro viaggio e i due fratelli salgono su un treno, non hanno documenti con loro e quando i tedeschi salgono per controllare i documenti dei passeggeri, i due si trovano impreparati, ma soprattutto spaventati a morte. Si spostano così dalla loro postazione e presto si trovano dinnanzi ad un anziano prete che li aiuta e, mente per loro, quando i tedeschi chiedono i suoi documenti, dice che i bambini sono con lui. Dopo il controllo, i tre scendono dal vagone e il prete, che aveva intuito tutto, consiglia loro di non fidarsi mai di nessuno.

Continua così il loro viaggio verso Nizza dove presto li raggiungono sia i genitori che i fratelli più grandi.

Per un po' di tempo la famiglia vive al sicuro, nessuno immagina che loro siano ebrei, ma il giorno del compleanno della madre di Joseph, mentre la stanno festeggiando, all'improvviso entra un soldato nazista incuriosito dalla musica ebraica che aveva sentito, la madre si giustifica dicendo di essere una violinista che ama suonare tutti i tipi di musica e, quando il soldato esce, la famiglia capisce che è il momento di fuggire di nuovo.

I genitori, quindi, portano Maurice e Joseph in un campo di educazione militare, dove, anche lì, non rivelano a nessuno di essere ebrei e si spacciano per cristiani algerini.

Passa un po' di tempo ed i due preoccupati, non avendo mai ricevuto notizie dalla famiglia, decidono di ritornare a Nizza, pensando che i genitori fossero rimasti lì nascosti e chiedono un passaggio ad un signore incontrato al campo militare. Costui accetta, ma prima di accompagnarli si deve fermare in un posto per farvi una commissione. I bambini aspettano per molto tempo, poi Maurice decide di avventurarvisi, ma prima si fa promettere da Joseph che non lo avrebbe seguito per nessun motivo. Comincia a tardare anche il fratello, così Joseph non rispetta la promessa fatta e, fatti pochi passi, un ufficiale tedesco lo colpisce alla testa usando il fucile come se fosse un bastone. Il ragazzino viene portato, insieme al fratello e a quell'uomo a cui avevano chiesto il passaggio, in un altro posto dove si trovano faccia a faccia con un generale che li interroga. Il generale sospetta che loro siano ebrei ed oltre a picchiarli, gli punta anche la pistola alla tempia, ma loro continuano a dichiarare di essere cristiani. Mentre Joseph rimane in custodia del generale, Maurice si reca in paese e chiede aiuto a un prete che lo accompagna dal Generale a testimoniare che i ragazzi sono cristiani. Prima di lasciarli andare il generale che ancora non è convinto della loro vera identità, li mette alla prova e li lascia da soli in un giardino dove c'è un cancello dal quale potrebbero fuggire. Joseph si accorge che sono osservati così trattiene il fratello e il generale, non vedendoli fuggire, crede alle loro dichiarazioni e li lascia liberi di andare. Il prete, con grande loro sorpresa li fa salire su una macchina dove ritrovano il padre che li accompagna in un paesino della Francia, per poi lasciarli nuovamente e tornare ad aiutare la moglie.

Questa è l'ultima volta che Joseph vedrà il padre perché quest'ultimo morirà nel campo di concentramento di Auschwitz.

I due bambini trovano lavoro e Joseph inizia a lavorare come fattorino di giornali e si innamora di Francoise, la figlia del suo padrone che è a favore di Hitler.

Passa del tempo e finalmente arriva il giorno in cui la Francia si libera dalla sottomissione nazista. Maurice decide di tornare a Parigi, ma partirà da solo perché Joseph vuole prima salutare Francoise.

Quel giorno Joseph entra nella bottega del padrone e lo vede con tutta la faccia cosparsa di sangue, alcuni concittadini lo stanno picchiando perché è a favore di Hitler. Joseph, preso coraggio, si dichiara ebreo e mente per salvare la vita del suo padrone dicendo che lui l'aveva nascosto.

Chi di noi avrebbe avuto questo coraggio? Ma soprattutto che grande cuore d'oro ha avuto nell'aiutare un padrone che se solo avesse saputo che lui era ebreo, lo avrebbe sicuramente portato in un campo di concentramento.

Appena visto quella scena ho pensato: io avrei fatto lo stesso? Spero con tutto il cuore che se fossi stata al suo posto avrei fatto ciò che ha fatto Joseph, lo spero proprio!

Joseph, dopo aver coraggiosamente salvato il padrone cerca Francoise e la vede salire su un autobus, si appresta a raggiungerla, grida il suo nome, ma la bella ragazza non si gira, con mio grande dispiacere e delusione, poiché speravo in un addio più romantico.

Joseph allora torna a Parigi e lì ritrova il resto della sua famiglia e scopre l'amara verità: Il padre non è più con loro.

Il film termina con una emozionante riflessione del bambino, in cui ricorda che il padre spesso gli diceva:

"Ogni volta che muore una persona si accende per lui una stella in cielo".

La biglia che ha accompagnato Joseph per tutto il suo viaggio rotola sulla strada e all'apparire della schermata nera con i cenni storici dell'Olocausto mi commuovo. Quanta cattiveria c'è nel mondo, ma possiamo trovare sempre persone buone che ci aiutano nelle difficoltà come è successo anche a Joseph.

È sconvolgente che l'uomo sia stato tanto crudele con i suoi simili. Siamo tutti uguali e nessuno deve permettersi di discriminare l'altro, come purtroppo succede ancora ai giorni nostri.

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